Creare una comunità energetica? Yes, we can!

Entro il 2050, secondo la guida ENEA alle comunità energetiche, 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumergenerando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema.

Prosumer chi?

Con questo termine, ci riferiamo a un utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). Il prosumer possiede un impianto per produrre energia, ma ne consuma solamente una parte: quella rimanente può essere immessa in rete o accumulata.

Un esempio di prosumption? Le comunità energetiche (CER).

 

Tecnico su tetto fotovoltaico

Che cos’è una comunità energetica?

Le comunità energetiche sono insiemi di attori sociali che condividono energia rinnovabile e pulita, unendosi e sfruttando uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, una CER è in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo collaborazione, consumando in loco l’energia elettrica prodotta e contribuendo alla transizione ecologica e all’efficientamento energetico.

comunità energetica
Figura 1. Rappresentazione delle tre tipologie di consumo (individuale, collettivo, comunità energetica)

Come creare una comunità energetica

Le CER sono ufficialmente riconosciute come soggetti giuridici dalla normativa italiana.

Ecco i passaggi necessari per crearne una:

  1. Il primo step da compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, e per questo le forme più utilizzate sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa.
  2. Il passaggio successivo consiste nell’individuare l’area dove installare l’impianto di produzione, che dev’essere in prossimità dei consumatori. Un condominio può installare un impianto fotovoltaico sul tetto e condividere l’energia prodotta tra tutti gli appartamenti della comunità. Gli impianti possono essere anche di uno solo dei membri partecipanti.
  3. Ogni partecipante alla comunità energetica deve installare uno smart meter, un contatore intelligente in grado di rilevare in tempo reale le informazioni circa produzione, autoconsumo, cessione e prelievo dalla rete dell’energia.
  4. Ogni membro della comunità continua a pagare la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente un importo dalla comunità per i benefici offerti, che si traduce in una riduzione della bolletta.

Quale tecnologia?

La legge non specifica quale tecnologia rinnovabile adottare, ma quella che si presta a sfruttare meglio i vantaggi del provvedimento è senza dubbio il fotovoltaico.

 

Quali sono i vantaggi di una comunità energetica? 

Le comunità energetiche hanno numerosi impatti positivi su persone, enti e comunità coinvolte:

  • Benefici ambientali, evitando da un lato di produrre energia da fonti fossili, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete.
  • Benefici economici, grazie agli incentivi previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica, cumulabili con altri contributi (come l’Ecobonus).
  • Benefici sociali, derivanti dalla condivisione degli incentivi finanziari e dei profitti economici con la comunità energetica, ma anche dai vantaggi ambientali (riduzione di inquinanti e climalteranti) per tutta l’area in cui la comunità è situata.

 

A chi affidarsi per creare una comunità energetica?

Con esperienza decennale in progetti di efficientamento energetico, siamo una Energy Service Company (ESCo) certificata con l’obiettivo di semplificare la transizione energetica. Ti guidiamo nelle soluzioni più adatte a te.