Cos’è una comunità energetica e come funziona

Come funziona una comunità energetica?

Una comunità energetica è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, imprese, amministrazioni locali che decidono di unirsi con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scale locale.

La comunità energetica crea una rete decentrata in cui vi è una partecipazione attiva di tutti i membri che promuovono la gestione sostenibile dell’energia, garantiscono una riduzione dello spreco energetico a un prezzo concorrenziale.

Tecnico su tetto fotovoltaico

In parole semplici, ogni membro può utilizzare l’energia prodotta da fonti rinnovabili, per lo più impianti fotovoltaici, per soddisfare la necessità di energia, supportati da incentivi e contributi. 

Chi può costituire una comunità energetica rinnovabile?

Per costituire una comunità energetica è necessario sempre che ci siano un produttore e un consumatore. Inoltre, si tratta di un soggetto giuridico autonomo dotato di atto costitutivo e uno statuto.

NON possono far parte di una CER

  • Grandi imprese (fatturato superiore a 50 mln€ e con più di 250 dipendenti).
  • Imprese che producono e vendono energia (ATECO 35.11.00 e 35.14.00).

Chi può aderire ad una comunità energetica?

Alle comunità energetiche rinnovabili (CER) possono partecipare diversi soggetti tra i quali cittadini, piccole e medie imprese, amministrazioni comunali, associazioni di diverso tipo ed enti religiosi.

Si può partecipare ad una comunità energetica in qualità di:

Produttore di energia rinnovale, soggetto che realizza un impianto fotovoltaico.

Prosumer: possiede un impianto di energia rinnovabile, che produce energia per i propri consumi e condivide l’eccesso di energia con il resto della comunità energetica

Consumatore di energia elettrica, che non possiede nessun impianto ma i cui consumi possono essere in parte coperti dalla comunità energetica.

La partecipazione ad una CER prevede un vincolo geografico: i punti di prelievo e/o di immissione dell’energia elettrica dei suoi membri devono essere sotto la medesima cabina primaria (cabina di alta tensione), di cui GSE ha messo a disposizione una mappa interattiva per la localizzazione.

Una comunità energetica deve essere in possesso di uno statuto nel quale siano elencati, fra le altre cose, gli obiettivi della comunità energetica stessa e i suoi membri e in cui sia stabilita la partecipazione aperta e volontaria dei suoi membri, i quali mantengono i diritti di cliente finale (per es. libera scelta del venditore di energia, possibilità di uscita dalla configurazione quando lo si desidera).

Quanto costa aderire ad una comunità energetica?

Il costo per aderire a una comunità energetica rinnovabile dipende dalle regole stabilite tra i soci fondatori alla costituzione e dal soggetto giuridico scelto al momento della creazione della CER . I costi possono variare ma rimangono contenuti, o addirittura gratuiti per il consumatore.

L’atto costitutivo di una CER prevede dei costi di costituzione (notaio, commercialista) e di gestione che spesso sono soggetti a coloro che installano l’impianto fotovoltaico, ovvero il produttore.

Inoltre, è possibile ricevere anche contribuiti dedicati per lo sviluppo di CER erogati da soggetti pubblici, attraverso i fondi del PNRR o altre agevolazioni, ma anche da soggetti privati come le fondazioni bancarie.

Accedendo a WeCER, la nostra comunità energetica in forma di cooperativa sociale che copre l’intero territorio del nord Italia, non sarà necessario redigere alcuno statuto o atto costitutivo. Di conseguenza, non ci saranno costi di costituzione e gestione della comunità energetica. Ci occuperemo di tutto noi: dall’offerta tecnico-economica per l’impianto fotovoltaico alla gestione del contributo.

Quanto si guadagna con una comunità energetica?

Aderire a una comunità energetica rinnovabile ti permette di accedere a incentivi per la costruzione e installazione di un impianto fotovoltaico e di consumare energia elettrica pulita.

In particolare, il produttore che installa l’impianto fotovoltaico può accedere all’incentivo del 40% a fondo perduto, riducendo il costo dell’impianto. Inoltre, sia produttore che consumatore possono ottenere una tariffa incentivante che viene riconosciuta sulla bolletta, riducendo l’importo.

In particolare, gli incentivi governativi sull’energia immessa e condivisa prevedono attualmente:

  • 100 ÷ 130 € per ogni MW/h (a seconda della dimensione dell’impianto fotovoltaico)
  • 10,57 €/MWh come contributo di valorizzazione (valore aggiornato annualmente dall’ARERA)
  • Il prezzo di mercato per tutta l’energia immessa in rete (secondo le rilevazione del Gestore dei mercati energetici) che non è un vero proprio incentivo ma un servizio di acquisto dell’energia immessa in rete (RID, Ritiro Dedicato) offerto dal GSE

Quali sono i requisiti per una Comunità Energetica (CER)?

  1. Soggetto giuridico autonomo dotato di atto costitutivo e uno statuto: associazione, ente del terzo settore, cooperativa, consorzio o organizzazione senza scopo di lucro.
  2. Deve essere composta da almeno un produttore e un consumatore.
  3. I singoli impianti della CER non possono superare potenza di 1 MW.
  4. Tutti i consumatori e produttori devono essere sotto la medesima cabina elettrica primaria.
  5. Tutti gli impianti da fonte rinnovabile possono essere inseriti nella CER.
  6. Consumatori e prosumer possono scegliere e/o mantenere il proprio fornitore di energia elettrica.

Quali sono i vantaggi delle comunità energetiche?

ECONOMICO

Grazie ai meccanismi di incentivi alle comunità energetiche derivanti dall’energia prodotta e utilizzata, le CER sono in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire. Inoltre possono usufruire di incentivi e contribuiti a fondo per il loro utilizzo e la loro realizzazione.

SOCIALE

Primo su tutti, la comunità promuove il senso di appartenenza sociale dei membri delle configurazioni, combattendo la povertà energetica e sviluppando modelli di cooperazione virtuosi basati sull’inclusione. Inoltre, viene rafforzato il ruolo di cittadini, imprese e comunità locali come parte attiva del sistema energetico e della transizione energetica.

AMBIENTALE

Tra i molti vantaggi c’è la diffusione delle rinnovabili e conseguentemente una riduzione delle emissioni di gas nocivi proveniente da fonti fossili. Viene stimolato un uso più razionale dell’energia attraverso una maggior consapevolezza nei comportamenti di consumo. Inoltre, la rete elettrica verrebbe alleggerita, divenendo così più stabile, sicura ed efficiente e diminuendo le perdite di rete.

Quali sono e come funzionano gli incentivi per una comunità energetica?

Il Decreto Ministeriale 414/23, entrato in vigore il 24 gennaio 2024, ha definito le modalità di concessione di incentivi per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti nelle Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile, anche dette CACER.

 

Esistono due tipologie di contributo per le comunità energetiche:

  •  Una tariffa incentivante in conto esercizio
  • Un contributo in conto capitale (PNRR)

 

Le possibili configurazioni sono:

  1.  Comunità energetiche rinnovabili
  2.  Gruppo di autoconsumatori
  3.  Autoconsumatore individuale a distanza

Tutte e tre possono accedere alle tariffe incentivanti in conto esercizio mentre solo le prime due configurazioni di cui sopra possono accedere anche al contributo in conto capitale della misura PNRR, con le rispettive limitazioni.

    Quali sono le differenze tra comunità energetiche rinnovabili e comunità di autoconsumo collettivo?

    La principale differenza tra le comunità energetiche e le comunità di autoconsumo collettivo è rappresentata dalla struttura che coinvolge numeri di soggetti diversi. Quando si parla di autoconsumo collettivo (AUC) ci si riferisce a un gruppo di almeno due auto consumatori che rientrano all’interno dello stesso condominio o struttura (ad esempio un centro commerciale) e che utilizzano l’impianto fotovoltaico, o diversa fonte rinnovabile, per le utenze comuni e quelle singole. Diversamente quando si parla di CER (comunità energetica) si hanno più soggetti che creano un entità giuridica e che mettono anche a disposizione i proprio impianti fotovoltaici e condividono localmente l’energia prodotta e usufruiscono di un incentivo.

     

    In sintesi, l’opportunità di entrambe le forme di comunità è quello del risparmio energetico e del supporto sociale e ambientale, però le differenza risiede nella struttura, nei loro obiettivi e nell’ambito di applicazione. Sottolineiamo che chi costituisce una AUC non può partecipare contemporaneamente a una CER e viceversa.

    Fai partire una CER

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